Ogni volta che di fronte al creato non ci meravigliamo, ogni volta che non ci permettiamo di manifestare un’emozione, è una grave mancanza nei confronti della nostra stessa anima che è venuta ad esperire proprio quel pezzetto di vita.
(Alberto V.)
Molto spesso, nella vita di tutti i giorni affrontiamo “ostacoli” nel nostro cammino che toccano la sfera relazionale, famigliare, lavorativa, personale e altro ancora.
La maggior parte delle volte fortunatamente siamo in grado di superarli; ma accade anche che alcune esperienze, alcuni vissuti più o meno traumatici, si imprimano nel nostro corpo sottoforma di restrizioni fisiche e/o emotive per le quali il corpo (che è come già detto è un meccanismo auto-correttivo), cerca di liberarsene con esito non sempre positivo.
In questi casi, tra le svariate metodiche tradizionali o meno, la Tecnica Cranio-Sacrale e in particolare il Rilascio Somato-Emozionale (altrimenti detto SER), possono aiutare a liberarci da quell’energia emotiva residua.
SER (Somato-Emotional Release) = “..l’espressione di un’emozione che, per motivi ritenuti appropriati da qualche parte del non conscio del paziente/utente, è stata mantenuta, soppressa e isolata all’interno del soma”. (Dott J. Upledger)
Il SER è quindi un processo che utilizza i principi della Cranio Sacral Therapy per integrare la mente e le emozioni in congiunzione col corpo, e aiutarlo a liberarsi dagli effetti residui di un trauma fisico e/o emotivo.
L’utente è invitato ad esprimere ciò che sente. Il rilascio può avvenire sotto diverse forme; provando direttamente le emozioni trattenute o anche attraverso la percezione di immagini sulle quali si indagherà affinchè il processo di “scarico” cominci.
Il fattore che ci indica la strada giusta è il monitoraggio del Ritmo Cranio Sacrale, che, qualora ciò che emerge dall’utente fosse per lui significativo per il rilascio dell’energia distruttiva, si fermerà bruscamente fino alla fine del processo.
Nel frattempo sarà invitato dal facilitatore a descrivere le immagini e ad ottenerne altre più nitide entrando poi in contatto con esse e dialogando con ciò che emerge affinchè vengano stimolate le reazioni emotive e il loro rilascio.
Attraverso questa visualizzazione, immagini, dialogo e il contatto col tessuto, il facilitatore guiderà, nel rispetto dei tempi dell’utente, il percorso di rilascio di questa emotività trattenuta nel tessuto supportandolo qualora il corpo cercasse di mettersi nella posizione in cui si trovava al momento del trauma; questa che il Dott. Upledger definisce “Posizione Terapeutica”, permette al corpo di scaricare l’energia emotiva distruttiva e nel contempo è percepibile un ammorbidimento dei tessuti interessati con conseguente miglior fluidità e funzionalità del corpo stesso.
Quando il rilascio giunge al termine, il Ritmo Cranio-Sacrale si riavvia e solitamente è percepibile una riduzione del sintomo da parte dell’utente. Tutto questo senza il bisogno, da parte dell’utente, di dover analizzare coscientemente “l’incidente originario” come potrebbe accadere con gli approcci di tipo psicologico o psicoterapico.