FORZA VITALE & COUNSELING
Dal momento che arriviamo su questa terra completamente inconsapevoli del nostro proposito animico è normale chiedersi: cosa ci spinge verso la Vita? Cosa ci fa alzare la mattina? Cosa ci fa stare alzati fino a tardi? E andando un po’ più in profondità: da dove nascono la Fede e la Fiducia anche in situazioni di profonda sofferenza?
Carl Rogers, psicoterapeuta statunitense, padre del counseling, definisce questa spinta motivazionale verso la Vita con il nome di tendenza attualizzante, secondo la quale “Sia che parliamo di un’alga marina, di un verme, di una quercia o di un uomo, dobbiamo tener presente che la Vita è un processo attivo e non passivo” e ancora “Sia che lo stimolo derivi dall’interno o dall’esterno, sia che l’ambiente sia favorevole o sfavorevole, è certo che l’organismo è teso ad assumere comportamenti tali da mantenere, migliorare e riprodurre sé stesso”
Rogers arrivò a definire nel 1959 il fondamento della motivazione degli organismi a partire dall’osservazione di una particolare specie di alghe che cresceva sugli scogli della costa californiana e che, nonostante l’infrangersi costante delle onde del Pacifico, riusciva a nutrirsi e a proliferare. La riflessione che ne scaturì fu notare che in quell’organismo apparentemente fragile “c’era la tenacia e la persistenza della vita, la capacità di resistere in un ambiente incredibilmente ostile, riuscendo non solo a sopravvivere, ma ad adattarsi, a svilupparsi e divenire sé stessa”.
Pertanto secondo Rogers, in ogni essere vivente la Vita si manifesta con la stessa tenacia con la quale si manifestava nelle alghe da cui aveva ricavato la sua profonda intuizione. La vita è quindi un processo attivo e i comportamenti di un organismo sono sempre diretti alla conservazione, all’accrescimento e alla riproduzione sia che gli stimoli provengano dall’interno o dall’esterno e indifferentemente dall’ambiente favorevole o sfavorevole.
In un certo senso è come se la Vita si creasse le condizioni ad hoc per darsi lo spazio di emergere, portando ad uno sviluppo dell’organismo che contribuisce all’accrescimento e all’indipendenza del controllo esterno, attraverso l’autoregolazione di sé stesso, la differenziazione degli organi e delle funzioni.
Il biologo statunitense Bruce Lipton, nei suoi studi sulla funzionalità e l’organizzazione delle cellule, ritiene che questa intelligenza nasca dalla capacità delle singole cellule di memorizzare e apprendere dagli stimoli che arrivano dall’ambiente circostante e di organizzarsi per fornire la risposta migliore. In questo adattamento, inteso come capacità di modificare comportamenti e atteggiamenti a seconda degli stimoli percepiti all’esterno, l’organismo diventa più autonomo e meno vincolato.
Le ricerche biologiche di Hans Driesch condotte sulle larve di ricci di mare confermano l’opera della tendenza attualizzante. Nel suo esperimento, separò due cellule a partire da una cellula fecondata. Garantendo un ambiente adatto allo sviluppo, le due cellule svilupparono entrambe una larva di riccio completa, al contrario della logica naturale secondo la quale ci si aspettava che le due cellule sviluppassero solo una parte della larva. Anche la biologia è concorde nell’affermare quindi, che vi è una forza negli organismi viventi che va oltre gli stimoli esterni.
Rogers utilizza questo esperimento come esempio per descrivere il suo lavoro con le persone nella relazione d’aiuto: allo stesso modo dello scienziato, l’operatore della relazione d’aiuto può garantire le condizioni favorevoli alla crescita dell’individuo e alla scoperta di chi egli è veramente. La spinta evolutiva e la direzione di tale spinta sono già insite nell’individuo, si tratta solo di sostenere il cliente in questo movimento verso il pieno soddisfacimento dei suoi bisogni accrescitivi.
L’idea e l’approccio sviluppato da Rogers sono in totale antitesi rispetto alle modalità utilizzate fino a quel momento secondo le quali il professionista era l’unico in grado di decifrare e interpretare l’universo del cliente e di fornire una risposta adeguata alle tematiche portate. Ricordiamo che il termine cliente, sostitutivo a “paziente”, è stato introdotto dallo stesso Rogers con la nascita della terapia centrata sul cliente.
Esperimenti sulla deprivazione sensoriale, sottolineano che la mancanza di stimoli genera nell’organismo flussi di stimoli interni, tra i più disparati. Pertanto ciò che sosteneva Freud secondo il quale, “il sistema nervoso è (…) un apparato che vorrebbe, sol ciò che fosse possibile, serbare uno stato del tutto esente da stimoli” viene totalmente smentito.
La motivazione alla piena realizzazione nell’essere umano pertanto si muove anche quando i suoi bisogni primari sono soddisfatti e le funzioni omeostatiche compiute; essa è in grado di esprimersi in molti comportamenti e in risposta ai bisogni più diversificati.
L’organismo tende quindi alla propria conservazione e al proprio miglioramento, spinto da questa pulsione selettiva che assicura lo sviluppo delle sole potenzialità che hanno finalità costruttive e migliorative. Questo permette all’essere umano di funzionare in modo integrato, unificato ed efficace. Ne consegue una profonda fiducia nella direzione che viene scelta senza bisogno di essere soppesata razionalmente e una fiducia nella propria esperienza immediata, che viene vissuta in modo totale, pienamente nel qui ed ora. Questa è la condizione ottimale nella quale tutti gli esseri umani vorrebbero vivere.
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