MACCHINE O UNIVERSI IN MOVIMENTO?
Che tu voglia vivere al meglio; che tu voglia un lavoro migliore; che tu voglia maggior tempo libero; che tu voglia relazioni più appaganti; che tu voglia un miglior stato di salute; che tu voglia vere amicizie o libertà…. sappi che: La Conoscenza non è sufficiente! Ogni conoscenza va esperita per poter diventare Consapevolezza. Consapevolezza e Responsabilità Personale sono gli ingredienti fondamentali per una buona torta.
Nonostante gli oltre vent’anni di “navigazione” ed esplorazione nel mondo dell’invisibile, della “salute olistica”, delle energie e di come esse si manifestano e contribuiscono alla modificazione/trasformazione della materia, ancora mi metto in discussione chiedendomi se e come io abbia trasmesso conoscenza e supporto nel processo di consapevolezza delle persone che negli anni si sono affidate a me con i loro sistemi di credenze più o meno invalicabili e rigidi a volte, e più malleabili e instabili in altre.
Oramai la scienza e la fisica quantistica hanno appurato che l’osservatore è in grado di influenzare la risposta di un esperimento; (Non mi addentro in questo campo che richiederebbe un approfondimento a sé ma per chi vuole, si trova molto nel web sull’Effetto Osservatore o sulla Realtà Quantistica).
Riporto questo concetto perché ancor oggi, nonostante sia incontestabile l’assunto per il quale “non vi è vera guarigione senza consapevolezza”, molte persone che manifestano uno o svariati sintomi, affidano il loro corpo agli operatori, siano essi medici di medicina tradizionale o terapeuti di varia natura (sanitari e/o olistici), mettendo nelle mani di un “estraneo”, un qualcosa (il corpo appunto), come fosse una macchina sulla quale lo specialista di turno, dovrebbe indovinare se sia sufficiente pulire il filtro dell’olio oppure basti sostituire il pistone, per farla funzionare al meglio.
Certo, la medicina tradizionale con gli strumenti tecnologicamente sempre più avanzati, è in grado di fare diagnosi precise sul “malfunzionamento” di uno o più componenti di questa “macchina” in sé perfetta che chiamiamo “Corpo Umano”. Ciò nonostante, non c’è ancora strumento in grado di risalire al perché quel dato distretto corporeo, od organo o muscolo o chissà cos’altro, non funzioni correttamente. Non c’è strumento tecnologico che possa valutare nella complessità del Sistema Integrato Corpo-Mente-Spirito, unico e irripetibile per ogni singolo individuo, cosa sia successo per averlo portato a manifestare un disagio/sintomo. L’unico “strumento” che io attualmente conosca in grado di una simile particolare sensibilità e capacità di andare oltre alle apparenze della mente, è la Coscienza, cui attribuisco svariati nomi a seconda del contesto: Saggezza Superiore, Medico Interiore, Maestro Guida,…
Ecco che allora arrivano in supporto le tecniche olistiche che, ahimè, vengono viste da alcune persone che hanno cominciato a porsi delle domande, come terapie alternative miracolose, in grado di scoprire cause e trovare rimedi ai vari tipi di malessere. Ma tutto questo è frutto di una errata percezione o di una qualche credenza/fantasia operante, che poco o nulla ha a che fare con la realtà.
Ogni tipo di terapia olistica, è, o almeno dovrebbe essere solo e soltanto uno “Strumento”, attraverso cui la persona possa portar luce di consapevolezza nella propria interiorità e prendere contatto con la causa scatenante i propri sintomi o malesseri; ecco che in quel momento diventa responsabile della propria salute e di conseguenza della propria vita. Il “vedere” le cause dei propri malesseri, significa avere lo scettro in mano per poter stabilire le nuove “regole” da seguire per non incorrere nuovamente in quegli atteggiamenti, pensieri, comportamenti, credenze, paure a bassa vibrazione, che hanno provocato dentro di sé, conflitto e quindi sintomi. A volte la nostra mente non è in grado, oppure non è pronta per vedere chiaramente in faccia la genesi di un problema; ecco che alcune tecniche ci vengono in aiuto in quanto, liberandoci energeticamente dalle disarmonie che in noi mantengono attivi i conflitti interiori, producono pian piano quei cambiamenti che ci permettono di migliorare la nostra quotidianità e dei quali veniamo a consapevolezza in un secondo momento, quando ne abbiamo esperito gli effetti.
Tutta questa premessa per dire che il rendersi parte attiva in un processo terapeutico è paragonabile ad aver attivato almeno il 51% della propria guarigione. Per contro, porre nelle mani di qualcuno, la responsabilità in toto della propria guarigione, è un’azione che avrà come risultato un insuccesso al 99,9%; (non sono perentorio perché l’Universo non finisce di stupirmi, ma questa percentuale si basa su ciò che ho potuto constatare finora).
Cosa un po’ diversa è quando si entra in ambito chirurgico nel quale è ovvio che in un intervento urgente che ti salva la vita, non è indispensabile una valutazione consapevole delle cause e una riflessione o sguardo profondo nella nostra interiorità, ma è necessario affidarsi a chi sa in modo analitico e preciso cosa e come fare per tenerci in vita.
Ma allora, uno si chiederà, qual è la tecnica più efficace per risolvere il mio malessere?
Ecco che qui entrano in gioco una serie di fattori prettamente soggettivi; infatti non esiste “La Terapia” che vada bene per tutti. Ognuno ha la propria sensibilità; una storia, un vissuto fatto di eventi, situazioni, gioie, dolori, traumi che lo rendono più ricettivo verso un approccio anziché verso un altro.
Ecco che a quel 51% citato prima, fa parte anche l’ascolto di sé; verso cosa mi sento attrarre? Cosa mi fa star bene? Con quale tecnica entro in risonanza? Di che tipo di relazione terapeutica ho bisogno per aprire le porte della mia interiorità e avere il coraggio di vedere il mio dolore? …di prendere contatto con le mie ferite e decidere che è il momento di prendermene cura? Ecc ecc
Molte altre sono le domande che possiamo porci per scegliere con consapevolezza quale strada intraprendere per la nostra guarigione su tutti i piani e su tutti i livelli del nostro Essere. Dal mio punto di vista è indispensabile partire appunto dall’ascolto di sé tenendo presente che è la Sinergia tra chi cerca aiuto e operatore, il lavorare insieme più che affidarsi ciecamente, che pongono le basi per un risultato concreto.
Queste riflessioni sono alla base dell’intento con cui lo studio “Amarsi Consapevolmente” propone gli strumenti di autoconoscenza per essere di supporto al cammino personale di ciascuno; proprio perché attraverso la Terapia Cranio Sacrale, il Counseling, il Rebirthing, il Viaggio Sciamanico, e l’intento con cui le persone si predispongono a ricevere un “bagno” di vibrazioni (gong e strumenti armonici), c’è sempre un’interazione e collaborazione tra operatore e ricevente il quale a livello più o meno conscio, sta dicendo: “ok, sono qui con il mio 50%; aiutami con la tua conoscenza, con la tua Coscienza e con l’aiuto delle forze invisibili, a raggiungere il massimo beneficio che possiamo raggiungere nel qui e ora”; ed è proprio qui che entra in gioco l’Effetto Osservatore, in grado di modificare i risultati sul piano energetico fino a raggiungere il livello cellulare.
Questa predisposizione, questo affidarsi attivo e in fiducia, unitamente all’intento dei due “osservatori” in campo, sono gli elementi che aprono le porte alle infinite possibilità che l’Universo ha di portare guarigione e armonia nel piano fisico e nei piani più sottili del Sistema Integrato Mente-Corpo di ogni Essere Umano.
Si può credere o meno a tutto questo, e sappiamo di certo che è la strada spesso più impervia quella che ci permette di trasformare la propria vita in un capolavoro per essere vissuta con pienezza; questo richiede l’attivazione della volontà e l’attraversamento di periodi difficili a volte, che agli occhi della nostra mente ci tolgono energia e voglia di continuare nella nostra evoluzione. Ma se siamo qui, a volerci liberare da ciò che ci ostacola dal vivere in pienezza e con la forza espansiva dell’amore, è perché abbiamo sentito una spinta interiore che vuole farci esperire ciò che ci è ancora in parte sconosciuto e che non ci deluderà. ….tutto questo, con la consapevolezza che a volte c’è bisogno di prendere un attimo di respiro e che, di fronte ad un mal di testa, non necessariamente devo consapevolizzare che il mio corpo mi sta dicendo che ieri ho bevuto un prosecco di troppo, ma che ci può bastare anche un Moment Act prima di rimettersi in questo gioco meraviglioso chiamato “Vita”, alla scoperta di noi stessi e di come veramente funziona il nostro Universo interiore in rapporto all’Universo circostante.
Alberto
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